Non è solo una biografia cinematografica, I Tonya è un gran bel film sul pattinaggio artistico e sulla vicenda di una pattinatrice dalle doti eccezionali e dalla vita difficile.
La storia balzò agli onori della cronaca nel 1994 quando ai Campionati nazionali di pattinaggio su ghiaccio, Nancy Kerrigan fu aggredita dopo una sessione di allenamento e Tonya Harding, sua rivale, l’unica ad aver eseguito nel 1991 ai Campionati nazionali statunitensi, il triplo axel, fu accusata con l’ex marito Jeff Gillooly di aver pagato l’aggressore, Shone Stant, per accoppare con una sbarra la Kerrigan. In ballo, da lì a poco, ci sarebbero stati i Giochi olimpici invernali di Lillehammer cui l’Harding partecipò ottenendo però solo l’ottavo posto mentre la Kerrigan ripresasi conquistò la medaglia d’argento dietro l’ucraina Oksana Bajul.
La Harding che negò di essere stata la mandante dell’agguato accettò di pagare una multa di 160.000 dollari alla federazione americana per evitare il processo ma le fu revocato il titolo e bandita a vita da quello sport. Dopo aver continuato a far parlare di sé per alcuni guai giudiziari, film di scarso successo e un disco, ha iniziato la carriera di boxer professionistica femminile dal 2002.
Ho visto questo film alla Festa del cinema di Roma lo scorso anno e mi ha subito entusiasmato. Non era un film convenzionale, né il solito biopic sul personaggio storico o sulla piaggeria di certi stuccosi di ambienti sportivi o culturali. No, è una storia raccontata così bene sia nella sceneggiatura di Steven Rogers, che nella regia di Graig Gillespie che appassiona fin dal primo momento.
La tensione tra le interviste dei personaggi, le sequenze delle esibizioni e la vita della ‘pattinatrice cattiva’ interpretata da Margot Robbie tengono lo spettatore incollato allo schermo, lo coinvolge e lo sospendono dal giudizio.
Perché come dice il proverbio ‘l’apparenza inganna’ e dietro la facciata raccontata dai media dell’epoca, c’era e c’è una donna che non ha avuto una vita facile, una mamma terribile, interpretata talmente bene da Allison Janney che, infatti, per la sua performace ha preso l’Oscar come migliore attrice non protagonista e un’infinità di carenze affettive e violenze. Ma sono Margot Robbie produttrice oltre che attrice protagonista, Tom Ackerley (Produttore), Bryan Unkeless (Produttore), Steven Rogers (Produttore e Sceneggiatore) ad aver preso gli applausi dello spettatore e della critica perché hanno fatto un vero capolavoro. Come dichiara Margot il cartello che appare all’inizio del film spiega in modo sintetico ed efficace com’è costruita la storia:
Tratto da interviste assolutamente vere, totalmente contraddittorie e prive di qualsiasi ironia con Tonya Harding e Jeff Gillooly
E se d’ironia si parla di certo questa ha un gusto amaro. Si intuisce già dal titolo spiega il produttore Steven. L’ho scelto per tre ragioni. Primo, volevo divertirmi a giocare sul titolo del famoso libro di Robert Graves,’Io, Claudio’. Secondo, era un richiamo al giuramento che si fa in tribunale: ‘I, Tonya, giuro di dire la verità…’. Terzo, in questo titolo c’era qualcosa che mi piaceva, perché quando t’intervistano cerchi sempre di fare buona impressione. Ed è proprio quello che accade a molti personaggi quando fanno raccontare la loro storia ad altri.
Il film è bello e merita di essere visto anche perché ci sono state difficoltà per girarlo
Lo dice il produttore. Prima di tutto la natura di questo film. Nelle 256 pagine della sceneggiatura figurano quattro gare di pattinaggio, di cui due olimpiche. Per quanto riguarda le riprese, già questa è una sfida enorme. Si possono guardare le scene di pattinaggio come le scene di un action movie. La meccanica delle riprese sul ghiaccio ricorda molto quella dei film d’azione: per realizzarle bisogna saper coniugare acrobazie, effetti visivi e tanti altri elementi. E con l’aggravante che tutto questo andava fatto sul ghiaccio! E’ un processo estremamente complesso. Come se non bastasse, il film abbraccia un arco di tempo che va dai 4 ai 44 anni di Tonya, quindi il trucco e i costumi ha richiesto uno sforzo produttivo enorme per un film indipendente e a basso costo come questo.